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L’incontro tra Giuseppe Rivadossi e Marino Golinelli come occasione per parlare di futuro

Lo scorso 9 maggio, noi di Habito abbiamo avuto la fortuna di conoscere personalmente il cav. Marino Golinelli. L’abbiamo contattato perché un amico ci ha segnalato un’immagine che ritrae Golinelli a fianco di una scultura del maestro Giuseppe Rivadossi. Siamo stati felici di incontrare un visionario, oltre che un grande imprenditore, che ci ha dato e ci dà l’opportunità di parlare di futuro.

Il futuro è la risposta che sappiamo dare oggi alle questioni che urgono nella nostra vita.

Noi, con il nostro lavoro, e voi con il vostro, tentiamo di dare risposte degne del futuro.

Nel nostro campo, consideriamo l’architettura come disciplina che non coinvolge solo noi ma anche e soprattutto i nostri figli. Spesso ci chiediamo in quale futuro crediamo e quale forma stiamo dando ad esso: noi, ogni giorno nel laboratorio di Habito, cerchiamo di rispondere a questa domanda costruendo oggetti che avranno una vita di qualche centinaio d’anni, offrendo quindi un investimento concreto che darà forma e testimonianza al futuro. Riteniamo che un oggetto non è un bene di consumo ma un pezzo reale del nostro ambiente di domani che noi offriamo a noi stessi ed ai nostri figli.

Gli oggetti contribuiscono alla definizione dell’ambiente e del futuro in cui vivremo

Con un oggetto possiamo testimoniare una visione e renderla concreta e vera. Costruiamo un pezzo dell’architettura del futuro, un pezzo dell’ambiente che i figli dei figli dei figli vivranno.

Dovremmo sempre porci alcune domande, prima di agire: ovvero, a quali istanze risponde il prodotto del nostro lavoro? Da quali logiche nasce ciò che produciamo? Perché ogni nostro gesto sarà una benedizione o una maledizione: tutta l’architettura conferisce una forma permanente al nostro ambiente, determina il dispiegarsi concreto dei gesti quotidiani e quindi modella le nostre vite.

Ogni oggetto che produciamo è, al pari delle nostre azioni e delle nostre parole, un contributo alla definizione dell’ambiente, del clima nel quale viviamo e vivremo. Dunque, oggi, i semi del futuro sono pienamente nelle nostre mani e nel nostro cuore. Ciò che condiziona i nostri pensieri e le nostre azioni condizionerà il mondo, dando a quest’ultimo una forma umana o disumana: la realtà futura sgorga dal cuore, vale la pena guardare cosa abbiamo dentro e imparare a scegliere.

La volontà di costruire un futuro migliore del cav. Goninelli

A fianco del cav. Golinelli posso dire che tutto questo si percepisce chiaramente.

La scultura che Golinelli ha posto all’ingresso del suo ufficio e con cui ha scelto di farsi ritrarre assieme al maestro Rivadossi è un sole degli anni ’60 che lo aveva colpito per la sua morfologia: “Fonde poesia e razionalità – ci ha spiegato il cavaliere – quindi fa chiaramente capire a chi arriva da me quale è il mio approccio e l’approccio della Fondazione”.

Per noi di Habito, l’incontro è stato una rivelazione. Abbiamo conosciuto un uomo fuori dall’ordinario, con un grande anelito verso l’umano ed una capacità, non comune, di rendere concretala sua visione. Insomma, di fronte a noi si è rivelato un uomo che si ha il piacere di incontrare e conoscere.

In quest’occasione abbiamo potuto visitare anche la fondazione Golinelli e conoscere la sua mission: preparare i giovani alle sfide di un futuro incerto e complesso, integrando il lavoro delle scuole su alcune direzioni molto precise, quali la creatività, la padronanza del metodo scientifico e la capacità imprenditoriale. Golinelli considera i giovani come uomini del futuro ed ha meravigliosamente chiaro che di futuro bisogna parlare senza tirarsi indietro ma facendo proprie tutte le questioni più difficili e spinose.
Abbiamo incontrato un uomo che investe i suoi talenti coraggiosamente e generosamente e di questo siamo profondamente grati.